ALESSANDRO DEL PIERO " UN MITO "

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CAT_IMG Posted on 26/2/2012, 19:09
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Edited by *Reny - 26/8/2012, 01:32
 
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CAT_IMG Posted on 17/4/2012, 23:42
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Alessandro Del Piero: «Se avessi saputo dire: "Papà, ti voglio bene"»

Il capitano della Juventus in copertina: «È stata la stagione più complicata della mia carriera: non mi era mai capitato di giocare poco o niente». Ma le partite non sono finite

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L'unica certezza nel futuro sportivo di Alessandro Del Piero - a cui Vanity Fair dedica la copertina del numero in edicola il 18 aprile - è che dopo il 30 giugno, data di scadenza del suo contratto, lui continuerà a giocare. S’intitola Giochiamo ancora anche il suo libro, un diario intimo che uscirà in libreria il 24 aprile e che Vanity Fair ha letto in anteprima.
Il suo libro inizia con la domanda di un tema delle elementari: «Cosa farò da grande?». E ancora oggi, a 37 anni, continuano a chiederglielo.

«Allora non ebbi il coraggio di scrivere: il calciatore. Mi vergognavo del mio sogno, perché non mi sembrava un lavoro vero. Dissi che sarei stato elettricista come mio padre Gino, oppure camionista, o cuoco. Oggi, a quella domanda, posso rispondere che le mie partite non sono finite».

Ha imparato a esserne orgoglioso.

«Sì, perché – come ho scritto nel libro – io non sono quello che pensano di me un allenatore o un presidente, io sono quello che dimostro di essere, sono quello che io stesso penso di me. Per primo saprò quando dovrò smettere, ma non ancora: la mia passione per il gioco è troppo viva».

Ha scritto di non aver pianto, come avrebbe voluto, per la morte di suo padre.

«Ho il rammarico che non abbia conosciuto i miei figli, il dispiacere di non avergli detto “ti voglio bene” qualche volta di più. La sua morte è il dolore più grande della mia vita».

È cresciuto in una famiglia «che guardava alle mille lire».

«Non eravamo poveri, ma dovevamo fare economia. Il senso della parsimonia mi è rimasto.(...) Oggi sono uno di quei bambini che può comprarsi tutti i giochi che vuole, ma tanto il suo preferito resta il pallone».

Dica la verità: avrebbe preferito finire la carriera alla Juve.

«Era quello che sognavo. Questi vent’anni sono stati ricchi di emozioni, con momenti straordinari e a volte duri: ho provato il brivido di scrivere quasi tutti i record bianconeri. Ormai però le cose sono cambiate».

Saranno cambiate, ma ultimamente ha fatto grandi gol, il pubblico la osanna. Come definirebbe questa ultima stagione?

«La più complicata della mia vita, perché mi ha messo di fronte a una realtà che non avevo mai conosciuto: la realtà di chi gioca poco o niente.Nessuno pensa di meritare l’esclusione, e per quanto io abbia sempre pensato che se gioca un altro vuol dire che se lo merita, questo non significa rinunciare a lottare per conquistare quel posto».

Come ci è rimasto quando Andrea Agnelli, già in ottobre, ha annunciato che lei non avrebbe fatto parte della Juventus nel 2013?

«Mi ha sorpreso. Ma un capitano non deve mai dimenticare i suoi doveri e quello che rappresenta. La Juventus è impegnata al massimo per vincere campionato e Coppa Italia. Non abbiamo bisogno di polemiche, che del resto non hanno mai fatto parte della mia carriera».

Ma davvero sarà il suo ultimo anno in bianconero?

«Dal 30 giugno sono senza contratto. Non so immaginare il mio futuro, è un cambiamento enorme e un po’ mi spaventa, perché sarebbe come andare via di casa una seconda volta. Ma lo vivo come i videogiochi che mi piacevano da ragazzino: un nuovo livello da superare».

Conosceva Piermario Morosini?

«Davanti a una morte così assurda provo un senso di sgomento: la storia personale di Piermario rende questa tragedia ancora più inaccettabile, ci fa riflettere su quanto relativi siano i problemi di tutti i giorni, e quali realtà di vera sofferenza ci circondino. Non lo conoscevo ma tutti lo ricordano come un giovane buono, capace di superare le difficoltà della vita anche attraverso il calcio. Lo sport che, per tutti noi che ne viviamo, dovrebbe essere sempre e solo gioia condivisa in campo».


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CAT_IMG Posted on 19/4/2012, 21:25
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Alessandro Del Piero: le foto della carriera

Gli abbiamo dedicato la copertina del numero 16 di Vanity Fair. E adesso, come promesso, alcune foto per ripercorrere la carriera del capitano bianconero

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Alessandro Del Piero con la maglia della Juventus. Eccolo in campo contro la Fiorentina nel dicembre '94: contro i viola Alex segna uno dei gol piu' belli della sua carriera

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La rete decisiva di Del Piero contro il River Plate che consegna alla Juve la Coppa Intercontinentale 1996

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Alex Del Piero e i compagni al Delle Alpi con la Champions League (vinta ai rigori contro l'Ajax) e la Coppa Intercontinentale (vinta contro il Rivel Plate) (1 dicembre 1996)

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5 maggio 2002: dopo un entusiasmante testa a testa con l'Inter e la Roma, la Juventus vince inaspettatamente il suo ventiseiesimo scudetto. La sconfitta dei nerazzurri con la Lazio e la vittoria dei bianconeri a Udine fanno compiere il miracolo a Del Piero e compagni

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In campo in Champions League contro l'Olimpiakos nell'edizione 2003/2004

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Alessandro Del Piero e gli altri compagni della nazionale dopo la vittoria ai Mondiali in Germania del 2006

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Del Piero negli spogliatoi con Buffon, Camoranesi... e la Coppa del Mondo

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Dopo lo scandalo Calciopoli del 2005, la Juve viene retrocessa in serie B. Del Piero non abbandona la squadra e la riporta in serie A

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Nel campionato 2007/2008 Alessandro Del Piero vince il titolo di capocannoniere di Serie A con 20 gol

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Alessandro Del Piero prima di una gara con l'Amburgo, nel 2008

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Alex esulta a fine gara dopo un derby vinto con il Torino (25 ottobre 2008) grazie a una sua rete

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La tipica esultanza di Del Piero: lingua fuori dopo un gol contro il Chievo segnato il 9 maggio 2011

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Alex in campo nel campionato in corso contro il Genoa

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Alex segna il gol decisivo contro la Lazio che il 4 aprile 2012 riporta la Juve in vetta al campionato

 
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CAT_IMG Posted on 12/5/2012, 12:47
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Del Piero e Inzaghi



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CAT_IMG Posted on 14/5/2012, 01:33
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Giro d'onore per Del Piero «Juve, più di te niente»



“Nessuno più grande di te” : lo striscione spunta nel box della famiglia Del Piero quando al minuto 28 della partita scudetto e partita d’addio di Alessandro Del Piero, che sul suo Facebook rilancia e ricorda tutti i suoi momenti più belli in bianconero

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TORINO - Ore 16.20: ha segnato e giocato più di tutti con la maglia della Juventus, salutato anche dall’arbitro Gava, del tecnico avversario Colantuono, applaudito dallo Stadium in piedi, firmando un autografo ad un bambino mentre rientrava in tribuna. Con i tifosi in lacrime a urlare il coro di sempre: «Un capitano, c’è solo un capitano…» La partita si ferma per 3’ per lui: Alex del Piero chiamato in panchina da Antonio Conte, composto nella malinconia dell’attimo, la sostituzione con Simone Pepe. La palla continua a rotolare ma lo stadio chiama ancora in piedi Del Piero che sventola la sciarpa bianconera. E’ incredibile vedere le facce dure degli ultrà piegarsi in una smorfia di pianto e il suo leggero sorriso, che comprime l’emozione che ha dentro. La Sud lo chiama sotto la curva e il momento non mancherà. Seduto in panchina, con Vucinic a scherzare con lui e il suo primo tifoso, Marchisio, che pareva più emozionato di lui, finalmente due parole sussurrate: «Che bello» . Ma la gente non si ferma e non si placa: si alza ancora dalla panchina, ma stavolta lo fa per spostarsi per un giro di campo improvvisato oltre i tabelloni pubblicitari. Si devono muovere gli steward, per evitare che l’entusiasmo tracimi. Del Piero va sotto la Sud e dietro la porta di Storari, mentre Bonaventura prende un palo pazzesco d’esterno. Il saluto fortissimo si conclude dopo lunghi minuti, Del Piero continua il suo giro di campo con decine di sciarpe in mano, lanciategli come fossero fiori ad un grande tenore. La moglie Sonia e il fratello Stefano si alzano, dopo 15’ non regge la sua freddezza: Alex ha le lacrime agli occhi mentre termina il giro di campo, camminando lentissimo. L’emozionante momento Del Piero si conclude alle 16.35 con un coro inequivocabile: «Grazie di tutto, Del Piero, grazie di tutto»

L'ABBRACCIO AL GOL “Niente e nessuno più grande di te” : lo striscione spunta nel box della famiglia Del Piero quando al minuto 28 della partita scudetto e partita d’addio di Alessandro Del Piero. Il destro di Alex ha appena beffato dal limite Frezzolini e mandato la Juve sul 2-0 contro l’Atalanta. Lo stadio esplode per la rete del capitano che non s’era voluto arrendere ad un infortunio al ginocchio rimediato in avvio. Dopo il gol l’abbraccio di tutta la squadra, parte il coro dello Stadium: “Un capitano, c’è solo un capitano”

DI PIU’, NIENTE - Del Piero ha postato sulla sua pagina Facebook un commovente saluto a tutto il popolo bianconero.

Più di 8 scudetti.
Più di una promozione dalla serie B
Più di una Coppa Italia (e speriamo due)
Più di 4 supercoppe italiane
Più di una Champions League
Più di una Supercoppa europea
Più di una Coppa Intercontinentale
Più del gol alla Fiorentina
Più di un gol alla Del Piero
Più del gol a Tokyo
Più delle mie lacrime
Più del gol a Bari
Più di un gol al volo di tacco nel derby
Più di un gol per l’Avvocato
Più della linguaccia contro l’Inter
Più dell’assist a David
Più del gol numero 187
Più del gol alla Germania
Più di Berlino
Più del gol al Frosinone
Più del titolo di capocannoniere in B
Più del titolo di capocannoniere in A
Più della standing ovation al Bernabeu
Più di 704 partite con la stessa maglia
Più di 289 gol
Più di una punizione che vuol dire Scudetto
Più del gol all’Atalanta
Più di ogni record
Più della maglia numero 10 con il nome Del Piero
Più della fascia di capitano

Più di tutto…
C’è quello che mi avete regalato in questi 19 anni.

Sono felice che abbiate sorriso, esultato, pianto, cantato, urlato per me e con me.
Per me nessun colore avrà tinte più forti del bianco e nero.
Avete realizzato il mio sogno. Più di ogni altra cosa, oggi riesco soltanto a dirvi: GRAZIE.

Sempre al vostro fianco
Alessandro



GRAZIE GRANDE CAPITANO



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Edited by *Reny - 15/5/2012, 13:07
 
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CAT_IMG Posted on 30/6/2012, 11:11
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Del Piero: Juve, tante gioie, qualche recente amarezza...

Alex saluta i tifosi nel giorno della scadenza del suo contratto, ma è solo un arrivederci. Poi una stoccatina: «Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza…»

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TORINO - Arrivederci Juve. Non addio. Le parole sono importanti e Del Piero lo sa. È solo un saluto con la speranza che prima o poi le strade si rincrocino. Ormai si sapeva ma oggi è un giorno importante perché scade il contratto che legava Alex alla Juve. Il "mai ex" capitano bianconero ha scritto una lunga lettera sul suo sito per salutare i tifosi

LA LETTERA DI ALEX:


Finisce qui, il mio contratto con la Juventus scade oggi.

Non è una notizia, ma sapere che è “ufficiale” fa comunque effetto. Per me non è un momento triste, non c’è rimpianto né nostalgia. Non più. Perché in questi giorni ho avuto modo di ripensare a tutto quello che è successo nella mia ultima stagione in bianconero, poi di lì tornare indietro, e rivivere il più bel sogno che avrei potuto sognare.

Tutti i ricordi, tutte le gioie, tutti i trionfi e – per dirla tutta – anche qualche recente amarezza… oggi tutte queste immagini mi passano davanti e a un certo punto si appannano e si dissolvono in quell’abbraccio meraviglioso della mia ultima partita a Torino. Quella è la fotografia che racchiude tutto, l’istantanea che voglio portare sempre con me, quella che dal 13 maggio mi si è stampata nel cuore. Incancellabile.

Qualche tempo fa, prima di partire per le vacanze, ho svuotato il mio armadietto a Vinovo e, uscendo dal campo d’allenamento, mi sono fermato là dove per molti mesi mi avete aspettato voi per un una foto, un autografo, un saluto… sotto la neve, il gelo, la pioggia, il sole che picchia. Ma questa volta sono io a salutarvi e a ringraziarvi, come voi avete fatto con me.

I giocatori passano, la Juventus rimane. Rimangono i miei compagni, ai quali auguro il meglio: tiferò sempre per loro. Rimanete soprattutto voi tifosi, che siete la Juventus. Rimane quella maglia che ho amato e amerò sempre, che ho desiderato e rispettato, senza alcuna deroga, senza sconti. Sono felice che altri dopo di me possano indossarla, anche e soprattutto la “10” che da quando esistono i nomi sulle maglie bianconere, ha sempre portato il mio. Sono felice per chi la indosserà l’anno prossimo, sono felice che da qualche parte – in Italia e nel mondo – qualcuno sta sognando di indossarla. E sarei orgoglioso che volesse ripercorrere la mia storia, come io ho fatto con altri campioni, altri esempi, altre leggende.

Da domani non sarò più un giocatore della Juventus, ma rimarrò per sempre uno di voi.

Adesso comincia un’altra avventura. E io sono carico come 19 estati fa.

Arrivederci, ragazzi. Grazie di tutto.

Alessandro

 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2012, 14:55
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sempre insieme



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La Juve saluta Del Piero: «In bocca al lupo Alex»

Il club bianconero: «Da oggi l’Australia è un po’ più bianconera. Una decisione che lo porterà a scoprire un paese affascinante. La Juventus e tutti i suoi tifosi saranno sempre al suo fianco»
FONTE

Del Piero è del Sydney: Tiferò sempre Juve



L'ex capitano bianconero: «Mi hanno cercato anche squadre italiane. Non poteva esserci posto migliore per me, sono felice»

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TORINO - Alessandro Del Piero ha firmato il contratto con il Sydney Fc. L'accordo con il club australiano era stato già definito ieri, questa mattina è arrivata la firma. «È un giorno speciale per me - annuncia Del Piero in confenza stampa - Sono felice di annunciare il mio accordo con il Sydney FC. Per i prossimi due anni sarò australiano. Mi aspetta una avventura splendida, strepitosa e forte. Non poteva esserci posto migliore per me, sono felice. Vorrei ringraziare tutte le squadre che mi hanno cercato, soprattutto quelle italiane. È stato un cammino lungo ma indispensabile per poter analizzare e decidere la migliore scelta. Mi sento giocatore al 100%, ho chiesto al club se hanno intenzione di vincere e mi hanno detto sì».

LA NUMERO 10 - "Del Piero ha firmato questa mattina e avrà la maglia numero 10". Lo ha detto l'amministratore delegato del Sydney Fc, Tony Pignata, prima della conferenza stampa dell'ex capitano della Juventus. "Tra di noi c'è stato subito feeling - ha aggiunto l'ad - abbiamo fatto 3/4 videoconferenze e ora eccoci qui".

LA JUVE - "È doveroso ringraziare quello che è stato il mio trascorso e le persone a me vicine, mio fratello, la mia famiglia, mia moglie Sonia. Sarà un periodo di grandi cambiamenti ma continuerò a tifare per la squadra in cui sono stato 19 anni". Così Del Piero, che non nomina la Juve, nella conferenza stampa per il suo passaggio al Sydney. "Ho preso questa decisione per rimanere coerente con le mie scelte, per non indossare un'altra maglia. Ma non perchè reputo le altre squadre dei nemici ma perchè è giusto che non scegliessi un'altra società del mio paese". Alessandro Del Piero sottolinea che non avrebbe mai potuto 'tradire' la Juventus. "Ma è stato bello vedere come all'estero e in Italia anche le squadre più impensabili hanno pensato a me - dice ancora -: rende merito a quanto ho fatto in carriera. Qui ho fatto tutto quello che dovevo fare".

LA MAGLIETTA - Fin da domani, e comunque entro il fine settimana, sarà possibile acquistare online la maglia 'originale' del Sydney Fc personalizzata con il nome e il numero (ovviamente il 10) di Alessandro Del Piero. Lo assicurano fonti vicine al club. Per acquistare la casacca, celeste con il colletto blu e marchio del campionato australiano, ci si deve prima collegare al sito "www.football.australia.com" e da lì andare su 'Shop' e poi sulla parte che riguarda il Sydney. Poi non rimane che scegliere taglia e numerazione ufficiale (la stessa che utilizzano i giocatori). Tutto ciò non sarà comunque a buon mercato, visto che una maglia autentica del Sydney FC con nome e numero di Del Piero costerà, spese postali escluse, 160 dollari australiani, circa 130 euro.
 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2012, 15:23
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LIVE - DEL PIERO integrale: "Giorno speciale e diverso, per i prossimi due anni sarò australiano. Mi hanno cercato da ogni parte del mondo. Ecco perchè ho scelto Sydney. Tiferò sempre Juve"

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Alessandro Del Piero è un nuovo giocatore del Sydney FC. L'ex capitano bianconero ha firmato in mattinata il contratto con la società australiana. Dalle 13:30, nel suggestivo scenario della Bolla del Lingotto progettata da Renzo Piano, Alex spiegherà la sua scelta in conferenza stampa. TuttoJuve.com sta per riportare integralmente ed in tempo reale le sue dichiarazioni:

13:35 - La conferenza inizierà con qualche minuto di ritardo.

13:40 - Sono appena entrati in sala Stefano Del Piero, il consulente Tosetti e i rappresentanti del Sydney. C'è anche Giovanni Bonocore, il preparatore personale dell'ex capitano juventino.

13:42 - La sala non è grandissima, ma sono presenti una trentina di giornalisti ed una ventina di fotografi ed operatori tv. Presenti anche due giornalisti australiani.

13:45 - Quindici minuti di ritardo sul programma. Alessandro Del Piero è arrivato nell'area del Lingotto, ma ci vorrà ancora qualche minuto proma che raggiunga la sala della Bolla.

13:51 - Alex è arrivato in sala con la moglie Sonia ed il figlio Tobias. L'ex capitano bianconero si concede qualche minuto ai fotografi. Indossa un abito gessato grigio e una camicia bianca.

STEFANO DEL PIERO: "Grazie a tutti di essere qui. Rubo solo due secondi per ringraziarvi e passo la parola ad Alessandro".

ALESSANDRO DEL PIERO: "Buongiorno, grazie di essere venuto con così poco preavviso. E' un giorno sicuramente speciale, diverso. In questo senso andiamo subito al sodo: sono felice di annunciare che poche ore fa ho firmato il mio nuovo accordo con il Sydney Football Club e quindi per i prossimi due anni sarò australiano, diciamo così. Si prospetta un'avventura splendida, strepitosa e forte, indubbiamente, però devo ammettere che alla fine di questo lungo viaggio che abbiamo avuto e che ho avuto, non poteva esserci situazione migliore, non poteva esserci posto migliore, e devo dire che quello che è accaduto, probabilmente, ha un senso e sono felice oggi di poter cominciare questa avventura. Indubbiamente in tutto questo periodoci tenevo a sottolineare e a ringraziare prima di tutto, tutte le squadre che mi hanno cercato, tutte le squadre con cui abbiamo parlato, tutti gli operatori di mercato con cui ci siamo confrontati. E' stato un cammino indubbiamente lungo, ma indispensabile per poter - vista la mia poca esperienza sul campo - per poter analizzare a fondo quella che poteva essere la migliore scelta. Indubbiamente quello che affronterò è una situazione, un posto che non mi aspettavo, ma devo ammettere che tante squadre che non mi aspettavo mi hanno cercato. Non mi sembra opportuno chiaramente citarle, però è ovvio che un riferimento alle squadre italiane - visto che ho giocato in Italia per tutta la mia vita - mi sembra doveroso: quindi ringrazio tutte loro. Come ringrazio quelli che mi hanno cercato da ogni parte del mondo praticamente, perchè abbiamo toccato tutti i Continenti, di conseguenza devo dire che è stato anche divertente saltare da una città all'altra, da un posto all'altro con la mente, però oggi il salto è finito, oggi l'avventura inizia definitivamente. Questo suscita in me delle emozioni molto forti, contrastanti, visto che per me che - tra virgolette - non ho mai cambiato, è sicuramente un cambio importante, un cambio lontano come chilometri, ma molto vicino come filosofia e come progettualità. Quello che è stato costruito attorno a me, ha sicuramente dell'incredibile; in questo ringrazio il Sydney Football Club, l'associazione australiana, gli operatori che in questo senso si sono adoperati, i tifosi che già mi hanno adottato. E niente... sono indubbiamente in un momento di particolare riflessione. Mi getto in questa avventura con un'emotività, un desiderio unico come lo è stato sempre in tutti questi miei anni. Il Sydney rappresenta una scelta diversa sotto tutti i profili, dal punto di vista calcistico, umano e della progettualità, che è stata disegnato apposta su di me. Io di questo ne vado molto orgoglioso e quest'ultima è stata sicuramente la forza trainante più importante rispetto a tutte le altre. Andrò a scoprire un Paese che tutti mi descrivono fantastico, una città che tutti mi descrivono bellissima e lo farò con lo spirito che mi ha sempre contraddistinto dal punto di vista personale, per quanto riguarda il mio lavoro. Una delle domande che abbiamo chiesto è se puntiamo a vincere oppure no. Mi è stato risposto di sì, quindi anche l'aspetto agonistico verrà toccato perchè mi sento giocatore al 100% e la mia scelta non dipendeva sicuramente da quello che poteva essere il campionato di riferimento, ma da come era sentita dall'altra parte. Ed è stata sentita in maniera fantastica. Doveroso per me ringraziare quello che è stato fino ad oggi, quello che è stato il mio trascorso, ma soprattutto le persone che sono vicine a me. Ovviamente non le elencherò per ordine d'importanza, ma il mio pensiero sarà per mia madre e mio padre e non può essere che così; il mio pensiero va a mio fratello Stefano che ha portato avanti assieme al dottor Dario Tosetti.... sono loro gli artefici dal punto di vista professionale e non di quella che è il mio lavoro, la mia carriera in tutti questi anni; quindi il mio grazie a loro è sentito, a dir poco, perchè rappresentano sicuramente quello che sono io. Lo hanno fatto indubbiamente al meglio. Ringrazio quella che è la mia struttura, la Edge, che mi ha assistito fino ad oggi, continuerà a farlo e per questa struttura sarà sicuramente un salto di qualità, sotto molti aspetti ci auguriamo. Ringrazio anche la struttura del dottor Dario Toselli, che mi assiste da tantissimo tempo. E ovviamente non posso non pensare alla mia famiglia attuale, che è qui rappresentata da mio figlio, che rappresenta tutti e tre, anche perchè gli altri due dormono... Ma al di là di queste battute, un po' per stemperare, indubbiamente mia moglie Sonia che mi permette e mi è sempre vicina in qualsiasi momento e che non finirà mai di ringraziare, compresa anche in questa avventura. Indubbiamente la scelta è stata fatta anche soprattutto con loro e ne sono felice. (L'intera sala applaude Alex, ndr). Io mi ero preparato delle cose e me le vado a rivedere se ho dimenticato qualche pezzo e probabilmente l'ho dimenticato, perchè sono emotivamente molto preso da tutto quello che è il momento, da tutto quello che è questo grande cambiamento. Sarà un periodo di grandi cambiamenti, rispetto a quella che è sempre stata la mia vita, molto lineare, a cominciare dalla mia squadra con la quale sono stato 19 anni e per la quale - se mai ce ne stato il bisogno di ripeterlo - continuerò a tifare per mille e più motivi. Forse con qualche vostra domanda potrò avere la possibilità di sciogliermi di più e di trovare anche qualche curiosità che avete da chiedere. Così magari riuscirò anche a ricordarmi altre cose che fanno parte di questo progetto".

(Domanda di un giornalista australiano, ndr). Grazie di aver scelto Sydney. Perchè hai scelto proprio l'Australia?
"Grazie per il benvenuto. Non lo so, dentro di me si stanno mescolando tante sensazioni che tutte mi portano a voler iniziare questa avventura. E lo farò con l'entusiasmo di chi scopre una cosa nuova, di chi ci crede molto e in questo senso è molto entusiasmante. E' un'avventura per me emozionante e mi auguro e spero e per certi aspetti sono sicuro che sarà un'avventura che vivremo insieme perchè ho voglia di portare quello che sono io, quello che mi è stato chiesto, ma ho voglia anche di confrontarmi con un Paese che è all'avanguardia dal punto di vista sportivo e che per certi aspetti mi hanno descritto come unico, per cui non vedo l'ora di conoscerlo".

Perchè hai scelto proprio Sydney come città?
"L'ho scelta perchè quello che è stato il progetto Sydney, quelle che sono state le idee, il fascino, l'evoluzione di questi due mesi, oggi che ho scelto mi rendo conto sempre di più che non poteva che essere la soluzione migliore. Desideravo confrontarmi con qualcosa di nuovo dal punto di vista degli stimoli, di tutto quello che concerne l'ambiente calcistico e in questo senso Sydney penso sia perfetta. Qui ho fatto tutto quello che dovevo fare, quindi penso che non potesse scelta migliore per me quella di Sydney".

Cosa conosci del calcio australiana della Lega australiana?
"So tante cose dell'Australia, tante cose perchè prima di tutto sono un appassionato di sport, quindi avrò sicuramente modo di approfondire dei mondi sportivi che seguo, come il rugby in tutte le sue fasi, a quindici, a undici, a tredici, a sette..quello che è. So che sarò dall'altra del mondo e per certi aspetti questo può essere un vantaggio. Della Liga conosco... i miei nuovi compagni di avventura - mister Tony Pignata e anche Lou Sticca - mi hanno già informato, quindi sarà bello per me anche scoprire e non farsi raccontare tutto, perchè la cosa più bella è quella di vivere le cose di primo impatto, per non essere troppo condizionato a livello di lucidità da altre cose".

- Tony Pignata, amministratore delegato del Sydney - chiamato da Stefano Del Piero - si siede accanto ad Alessandro Del Piero.

Che tipo di gioco vorresti fare?
"Vengo in Australia per giocare con il Sydney, per cercare di segnare per il Sydney, per cercare di vincere per il Sydney e per cercare di far sì che il movimento calcistico australiano possa possibilmente anche con quelli che sono i miei consigli, evolversi, perchè c'è questa voglia, c'è questa determinazione e di conseguenza speriamo di poter giocare davanti a stadi pieni e a far sì che il grande popolo australiano, dove c'è una grandissima, importante e forte colonia di italiani, possa divertirsi e il calcio diventi uno sport nazionale di primissimo livello".

Puoi spiegarci almeno una parte delle componenti di questo progetto? E poi se la scelta di cambiare dopo 19 anni con la stessa maglia, nello stesso posto, può aiutarti a vivere nei prossimi due anni quelle esperienze che non hai potuto fare in quasi 20 anni....
"Il progetto parte in maniera molto semplice, con una grande qualità di base, che è quella di una stretta collaborazione al 100% fra me e il Sydney, fra me e l'A-League e quello che è tutto il movimento. Di conseguenza quando ci sono queste premesse, quando c'è la forte volontà da entrambe le parti di fare qualcosa, si può fare tutto. Abbiamo tantissime idee. Io ovviamente, ringrazio per le parole e per l'entusiasmo che hanno sempre manifestato nei miei confronti, per la voglia di avermi che hanno avuto. E' una scelta sicuramente radicale sotto tutti gli aspetti, ma ne sono felice, probabilmente è giusto così. Ho avuto tutto il tempo per riflettere su tutto quello che potevano essere altre situazioni, altre squadre, altre idee. Quello che rappresenta il movimento che mi ha chiamato, ha un qualcosa di unicità. In questo senso anche di estremamente affascinante. Di conseguenza sono orgogliosissimo e lusingato per il progetto di lavorare insieme per due anni, per quello che può avvenire per migliorare il calcio australiano, perchè non rappresenta solo un progetto di una città e di una squadra, ma il miglioramento globale di tutta una Nazione; e sicuramente grazie a questa città e a questa squadra, questo può avvenire. In questo senso è un onore essere chiamato a fare questo".

Tu hai ringraziato tante squadre italiane ed estere, di tutti i Continenti, però il tuo passato quanto ha pesato? In altre occasioni hai detto che avresti voluto di giocare per squadre italiane. E' stato un peso questo fatto?
"Penso che forse due mesi fa o poco più, ci eravamo ritrovati anche in un'altra conferenza stampa, dove avevo sottolineato quello che sostanzialmente sono sempre state le mie motivazioni per le quali ho declinato gli interessi ed i discorsi con davvero molte squadre italiane.L'ho fatto perchè ho un'ìdea di un certo tipo di coerenza, mi sento di aver dato tantissimo, tutto e di più per quella che è stata la mia maglia, ma il fatto che non voglia più giocare per una squadra italiana non è certamente perchè veda gli altri come nemici, lo possono anche essere stati dal punto di vista calcistico, ma perchè secondo me è giusto così. Quindi in questa ottica, già un Paese lo avevamo accantonato. Però è stato davvero bello per me osservare come le squadre in italia e anche fuori, le più impensabili, abbiano avuto una o più riflessioni su di me. E questo mi fa rendere conto una volta di più quella che è stata la mia carriera fino ad oggi, quelli che sono stati i miei risultati, quello che sono oggi come giocatore. Quindi sono sicuramente aspetti molto positivi per me".

Sta montando una grande attenzione in Australia attorno a te. Come ti senti?
"Lo vivo con grande onore, lo vivo con grande onere, con grande senso di responsabilità, sono chiamato a un compito sicuramente non facile, ma non mi spaventa affatto. Anzi. Sono molto elettrizzato ed eccitato. Io vengo con il desiderio di offrire quello che ho sempre offerto in tutti i miei giorni di vita calcistica, cioè tutto me stesso, dal punto di vista agonistico di giocatore, dal punto di vista di persona, umano e professionale. E questo ci tengo a sottolinearlo, perchè è una scelta di questo tipo e mi auguro che questo mio spirito, unito all'entusiasmo e alla voglia che mi è stata dimostrata, possa fare per il calcio australiano un salto di qualità importante".

Pensavi di scegliere prima la squadra?
"Se penso a tre mesi fa, sì, pensavo di scegliere prima. Se penso all'evolversi della situazione, credo che il periodo giusto ed il giorno giusto sia oggi. Ho avuto modo di riflettere su tantissime situazioni e questo mi ha fatto vivere con più lucidità quello che poi era il momento e di conseguenza di scegliere con estrema lucidità questa avventura. Il tempo è esattamente quello che ci voleva, per quello che sono, per chi sono e per quello che sono stato".

Cosa e quanto rimarrà di del Piero a Torino? Casa, ufficio? La vivi come una lunga vacanza o come una nuova vita?
"Non vivo assolutamente come lunga vacanza, lo vivo e lo vivrò in maniera totale. A Torino rimarrà tutto quello che c'è oggi, perchè il mio ufficio sarà qui, la mia casa, il nostro negozio, quindi rimarrà tutto invariato per quanto riguarda la mia vita torinese, se non che non mi vedrete per strada qui, ma da un'altra parte".

Il progetto di investimento che l'Australia ha fatto su di te è quello che in America fecero all'epoca con Pelè? Tu puoi diventare il Pelè dell'Australia? Poi se sulla scelta di questa location, per questa conferenza stampa, ha inciso il fatto che fosse uno dei posti a cui era più legato l'Avvocato. La Bolla del Lingotto era uno dei posti dove si recava spesso l'Avvocato Agnelli....
"Sono vecchio, ma non abbastanza da ricordarmi quello che Pelè fu all'epoca...onestamente non ho guardato... non sono andato a ripercorrere quello che è stato il suo...Ho dei racconti, ho delle storie, so a grande linee quello che è successo per Pelè, ma sono epoche diverse, sono momenti diversi. Sicuramente ci sono delle similitudine, ma qui c'è la volontà di creare qualcosa di unico. E' questa la cosa particolare. Vivremo questa avventura insieme come un'avventura unica, ci auguriamo che sia quanto più bella e fantastica possibile. La location...è unica. Quello che ha rappresentato l'Avvocato e la Famiglia per Torino rimane sempre nel tempo, al quale io sono comunque affezionato. E' una scelta portata anche dalla casualità e la cosa bella è proprio questa, che alla fine ci si ritrova qui. Di conseguenza è una ciliegina sulla torta, diciamo così".

Quando hai capito che non avresti più giocato nella Juventus? I rapporti con Andrea Agnelli come sono? Un giorno c'è la possibilità che tu possa tornare a lavorare alla Juventus?
"Per quanto riguarda il mondo Juventus, oggi, oltre ad aver fatto riferimento a quello che è il mio cuore che naturalmente tiferà il bianconero, non voglio dilungarmi in altri discorsi. Oggi è un giorno dedicato a una squadra, ad una città, a un Paese ed a un Continente diverso. E così deve essere. Ho ribadito e lo sosterrò sempre che il mio affetto nei confronti di quello che rappresenta il mondo juventino non termina certo oggi, non è terminato neanche quel giorno in cui ho capito che non avrei giocato nella Juventus e neanche altri giorni nel corso della mia carriera: per un semplice motivo, perchè ho dato tutto e di più di quello che potevo dare e poi come tutte le cose bisogna sempre uscirne felici da quello che è stato. Voglio sottolineare e ricordare tutte quelle che sono state le pagine - e per questo ringrazio... (alza lo sguardo al cielo, ndr)...sono state tantissime - felici della mia storia bianconera. compreso l'ultimo anno, anche se di sicuro è stato uno dei più complicati, ma che mi ha visto protagonista, vincente, come lo sono stati molti dei miei anni in bianconero".

Hai parlato con qualcuno in Australia? Conosci qualcuno lì?
"Sì, ho molti amici che sono stati in Australia, me l'hanno descritta; ho sentito molte persone che hanno anche giocato in Australia e tutti quanti hanno descritto questa nuova avventura come un'avventura fantastica. Loro l'hanno vissuta come un'avventura strepitosa, quindi questo denota sicuramente due cose: che i posti che avete sono meravigliosi e la gente che li vive sono persone fantastiche. Questo è venuto fuori dai discorsi che ho fatto dal punto di vista sia calcistico con gli addetti ai lavori, con calciatori che hanno giocato lì, sia dal punto di vista umano con professionisti che hanno avuto modo di lavorare lì anche in altri sport o in altri lavori. Questo crea molte aspettative in voi, di conseguenza mi sono fatto un'idea veramente bella e mi auguro presto di poter sostenere una conferenza stampa in inglese, così almeno capisci quello che sto dicendo (ride Alex, rivolgendosi all'ad Tony Pignata, ndr)".

La tua famiglia ti seguirà? Poi che effetto ti fa pensare che la Juve non ha più la maglia numero dieci, ma ci siano tanti tifosi che portano la tua maglia numero dieci.
"La mia famiglia mi seguirà, certo. Abbiamo ancora qualche giorno per poter ancora organizzare il nostro arrivo. E la maglia numero dieci...ringrazio tutti quelli che anche oggi che non sono alla Juventus hanno voluto comprarla, che hanno voluto cullare questo sogno ancora. Quando ho letto che è stata la maglia più venduta, che è la maglia più venduta, non lo nego, sono sicuramente momenti dove un sorriso mi scappa, però credo che la mia avventura oggi avrà un'altra maglia e avrà spero le stesse emozioni da altri punti di vista, in un modo diverso, ribadendo quello che ho detto prima riguardo alla mia situazione juventina e che avete avuto modo di sentire per 19 anni, quindi magari vi sarete anche stancati".

Sei stupito che a tre mesi dal tuo addio la maglia numero dieci della Juve non abbia nessuno che la possa indossare?
"Non lo so, non so le motivazioni per le quali non è stata scelta questa maglia dai giocatori o non sia stata data dalla società. Non vado in profondità di questa cosa".

Partirai entro questa settimana per l'Australia? Come stai fisicamente? Sei in forma?
"Sì, confermo che ci organizzeremo presto e il mio arrivo in Australia non sarà certo tra un mese. Fra un mese esatto, invece, inizia il campionato, proprio il 5 ottobre, di conseguenza credo di poter essere a disposizione anche perchè in questa avventura mi seguirà Giovanni Bonocore che è stato fino ad oggi e lo sarà il mio procuratore e con il quale abbiamo passato un'estate a lavorare. E quindi è da un mese e mezzo che mi alleno per conto proprio. E' logico che ci sarà un momento, un periodo dove dovrò entrare nel training one to one, anche se abbiamo operato anche in maniera simpatica grazie all'AS Piobesi, che ci ha dato disponibilità di campo e disponibilità di uomini con i quali abbiamo giocato più di una volta per far sì che il lavoro individuale potesse essere svolto anche insieme ad una squadra. Quindi ci tenevo anche a citarli e a ringraziarli per la disponibilità che hanno sempre avuto nei miei confronti. Però è ovvio che stiamo parlando di situazioni totalmente diverse, per cui dovrò conoscere i miei compagni nuovi, dovrò cominciare ad allenarmi come un giocatore di una squadra, cosa che non accade da tanto tempo; abbiamo lavorato fino ad oggi e continueremo a farlo fino a quando non arriveremo lì. E lì continueremo a farlo ancora perchè io possa essere in forma il prima possibile, possa essere a disposizione sin dalla prima partita, ma su questo credo che non ci saranno problemi sicuramente".

Quanto ha pesato la scelta di essere un testimonial? Magari dopo di te arriveranno altri giocatori. Ti aspetti di ricevere telefonate da altri tuoi colleghi che ti potrebbero seguire in Australia?
"Ho avuto modo di sentire Rino (Gattuso, ndr) e lo saluto, come saluto il suo presidente e la sua squadra, che sono stati nei miei confronti molto molto carini. Sono idee che fanno parte del nostro progetto, poi come tutte le cose bisogna calarsi nella realtà in cui si va a vivere per poter valutare quelle che sono le cose da fare. Io dovrò imparare alcune cose di quello che è il movimento calcistico australiano e cercherò di mettermi a disposizione in maniera totale per quelle che sono curiosità, consigli o altro. Di conseguenza idee ce ne sono tantissime. Ed è il luogo giusto per metterle in atto e per provare a far sì che questo movimento migliori il più possibile".

Sei stato tentato alla fine dall'interesse del Liverpool?
"Riferendomi proprio alle squadre italiane ed estere dalle quali magari uno non pensa di essere cercato...una era anche questa. Io avevo bisogno di qualcosa di diverso, sotto tutti gli aspetti. Questa è un'idea che si è venuta a formare man mano che passavano i giorni. Quindi vorrei vivere altri 50 anni da calciatore e poter assaporare in tante squadre quello che è il movimento calcistico. Sicuramente la Premier League è sempre stato un riferimento per molti aspetti. Lì come tutta la Gran Bretagna, come il Brasile, che sono ancora i padroni del calcio mondiale, con i Mondiali che hanno vinto. Con tanti nuovi Paesi...ho visto ieri l'investimento del calcio russo, dello Zenit, quindi l'evoluzione continua, le cose cambiano. In Australia c'è questa volontà, c'è questo spirito e di conseguenza mi auguro che le cose vadano per il meglio".

Mister Pignata ti ha rimproverato per quella famosa partita Australia-Italia del 2006?
"Non ne abbiamo parlato, però, cercherò di fare qualche gol in più, in maniera tale che se lo dimentica (ride, ndr). Mi preparerò molto bene a quelle che potrebbero essere le possibili domande che mi farete riguardo a quella partita. Di sicuro quello che pensavo all'epoca, lo penso anche oggi: quella Nazionale australiana aveva dei grandi giocatori che ci hanno messo in grossa difficoltà e potevano da un momento all'altro passare il turno. Quindi il calcio australiano ha in serbo dei giocatori che si sono affermati in tantissimi altri campionati, quindi questo è anche uno degli obiettivi: far sì che - magari senza rompere troppo le scatole all'Italia - la Nazionale italiana possa migliorare".

In questa scelta radicale, ha pesato anche la voglia di uscire dal personaggio Del Piero? Qua a Torino era difficile anche uscire per strada e andare a fare la spesa senza essere riconosciuto. Forse a Sydney sarà più semplice?
"Non ne sono troppo convinto. I primi motivi che mi vengono in mente - e sono più che sufficienti - sono l'entusiasmo e la voglia che ha dimostrato il movimento calcistico australiano, non solo la squadra di Sydney, nei miei confronti; poi il fatto che ci siano più o meno un milione di italo-australiani... io spesso sono in vacanza all'estero: quando incontri un italiano che vive fuori dall'Italia, ha tanta voglia di Italia, quindi sarà anche interessante interagire con queste persone che vivono così lontane. Dalle parole che mi hanno dimostrato, non c'è solo una grande colonia italiana, ma anche inglese, greca, che sono amanti del calcio e che hanno il calcio nelle vene, di conseguenza questa è una cosa molto importante: quando nasci con uno sport dentro, nel cuore, puoi anche andare in un posto dove non viene esaltato, ma se capita qualcosa di questo genere si riaccende la fiamma. Questo è un po' l'auspicio di tutti noi. poi comunque è una Nazione, un Continente, che dal punto di vista sportivo è all'avanguardia su tutto, di conseguenza credo che l'attenzione per tutti gli sportivi che vivono e giocano e hanno a che fare con questa situazione sarà molto alta".

C'è un pensiero che vuoi dedicare ai tifosi della Juventus?
"Io credo di averlo già più volte detto, anche oggi. Quindi non mi resta che dire che il mio cuore... sarò sempre un tifoso della Juve, ma questo, ripeto, è una cosa scontata".

Hai già in programma tante sveglie...le cinque meno un quarto del mattino, per le partite che la Juventus giocherà la sera? I bookmaker dicevano che Del Piero sarebbe andato in America. Quanto è stata vicina questa possibilità?
"La sveglia... non so come funzionano le sveglie lì. Lo stesso? No perchè c'è quella storia che l'acqua va giù al contrario. Dovrò vedere un attimo, delle volte suonerà, delle altre volte meno, perchè è giusto che io mi cali in maniera totale in quello che sarà la mia avventura. Però non mi perderò sicuramente alcune partite che riguardano la Juve, il campionato italiano, il campionato Europeo, io sono un amante del calcio, un appassionato, di conseguenza alcune partite vanno viste a prescindere. Poi vediamo a che ora le fanno, le cinque è un po' prestino, però vedremo. A parte le battute. L'America è stata molto vicina, però credo che alla fine questa sia la scelta giusta".(redazione TuttoJuve.com)
 
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CAT_IMG Posted on 5/9/2012, 22:48
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DEL PIERO, L'ULTIMO SALUTO DEI TIFOSI AL LINGOTTO


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Mentre dentro la bolla di Lingotto Alessandro Del Piero spiegava le motivazioni che lo hanno portato ad abbracciare questa nuova avventura australiana al Sidney, fuori, poco più in basso rispetto alla affascinante opera architettonica progettata da Renzo Piano, c’era un gruppo di tifosi – i suoi tifosi – ad attenderlo. Uomini, donne, bambini, anziani, chi con la 10 della Juventus, chi con la maglia in sostegno del Giappone, chi con l’immagine del suo cartellino da giovane calciatore. Diversi per età e provenienza ma tutti lì per lui, per salutare ancora una volta quello che per tutti è e sempre sarà il “Capitano”. Così, tra un coro e l’altro, nell’attesa che Ale, prima di allontanarsi con la sua auto bianca, scendesse a firmare autografi e a concedersi agli obiettivi delle macchine foto, TuttoJuve.com ha sentito alcuni di loro, al termine di una giornata unica non solo per Del Piero, pronto a vestire una nuova maglia dopo 19 stagioni in bianconero, ma anche per i suoi tifosi, riusciti a omaggiarlo un’ultima volta, nonostante le difficoltà nel raggiungere il luogo e il poco preavviso.


Stefano e Luca: “Veniamo dalla Sicilia per porgere l’ultimo saluto a Del Piero, visto che ora se ne andrà in Australia. Il momento più bello? La doppietta contro il Real Madrid e la standing ovation al Bernabeu”.

Francesco: “E’ il simbolo della juventinità, ma al tempo stesso nessun giocatore ha mai ricevuto tanti applausi dai tifosi italiani e non. E’ un campione trasversale, che va oltre la maglia”.

Giancarlo e Antonella: “Noi veniamo da Monopoli, eravamo in provincia di Torino ma appena abbiamo saputo che sarebbe stato qui ci siamo fiondati al Lingotto. Noi lo ringrazieremo per sempre e saremo sempre vicini a lui, sarà sempre il nostro capitano. Un desiderio? Se tornasse da dirigente…”

Daniela e Fabio: “Siamo a pezzi, volevamo che almeno restasse in Europa. Se fosse andato in Svizzera saremmo andati a trovarlo, così è dall’altra parte del mondo”.


Andrea: “Io sono venuto da Catania per lui, lavoro allo stadio all’interno dello staff. Ho avuto il piacere di conoscerlo, riuscendo ad avverare uno dei sogni della mia vita. Ora che non c’è più lui credo che potrei tornare al sole della mia Catania”.


 
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CAT_IMG Posted on 6/9/2012, 00:53
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CAT_IMG Posted on 17/9/2012, 00:30
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Alessandro Del Piero, l'arrivo a Sydney



L'ex capitano bianconero accolto in aeroporto da centinaia di tifosi. «Sono qui per vincere»

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Alessandro Del Piero è arrivato all'aeroporto di Sydney, dove è stato accolto da centinaia di fan entusiasti, alcuni dei quali in attesa da parecchie ore. «Non sono qui per la fine della mia carriera, ma per l'inizio della mia nuova carriera», ha detto l'ex capitano bianconero. A chi gli ha chiesto se intende vincere titoli con il Sydney FC, ha risposto: «Voglio vincerne, gioco per vincere».


Del Piero è giunto in aeroporto con la famiglia e indossava una sciarpa della squadra australiana, con la quale ha firmato un contratto biennale. Il suo arrivo è stato trasmesso in tv da un'emittente sportiva nazionale. Molti dei sostenitori indossavano la maglia numero 10 della Juventus e magliette del Sydney FC.

Dall'aeroporto il giocatore si è poi spostato in un hotel del centro città insieme alla moglie Sonia e ai tre figli. Il viaggio dall'Italia è durato 20 ore ed è avvenuto via Singapore. Il Sydney FC ha programmato una conferenza con Del Piero per lunedì e la prima sessione di allenamenti con la nuova squadra è fissata per martedì. Del Piero dovrebbe fare la sua prima comparsa ufficiale in pubblico domenica prossima, il 23 settembre, quando ai giocatori saranno consegnate le maglie per la nuova stagione.


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CAT_IMG Posted on 11/10/2012, 17:26
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Del Piero: "Vi racconto cose dell'altro mondo"



Sydney (Australia), 11 ottobre 2012
Dall'Australia, dove ha iniziato la nuova esperienza calcistica, "Pinturicchio" si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del suo vecchio club: "A Sydney dimentico anche il silenzio della Juventus"


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Alessandro Del Piero firma autografi e palloni a Sydney. In Australia è già un idolo.



The Star. Potrebbe essere il titolo di questa storia, il destino di un ragazzo piacevolmente condannato a essere una stella, appunto, anche dall’altra parte del mondo. The Star è anche il nome di un grande albergo di Sydney, la prima casa australiana di Alessandro Del Piero. L’appuntamento è qui, alle 14.30 di un giorno bellissimo, pieno di sole, luci e colori. Ale sceglie di raccontarsi nel posto dove è iniziata la sua meravigliosa avventura. Arrivando con passo spedito, accenna da lontano un divertito "good afternoon", ordina un cappuccino e chiede: "Come ha giocato la Juve a Siena?".

Alessandro, è passato quasi un mese ed è iniziato il campionato: è sempre convinto di aver fatto la scelta giusta?
"Estremamente convinto. Un mese è ancora poco per dare giudizi, ma l’inizio è confortante sotto ogni punto di vista".

Cosa sta cercando qui che non ha ancora trovato altrove?
"Non sono venuto in Australia per cercare, ma per vivere qualcosa di diverso. Voglio cogliere tutte le opportunità di questa avventura".

Si sarebbe potuto godere la vita e i soldi: perché una nuova sfida?
"Prima di tutto per la voglia di giocare a calcio. E farlo qui offre mille motivazioni supplementari. E poi è un valore aggiunto a livello familiare, non solo per la lingua straniera che mia moglie e i miei figli dovranno imparare, ma anche per i ritmi e le abitudini diverse con cui bisogna confrontarsi in una città tra le prime cinque del mondo per qualità della vita".

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Del Piero impegnato nella gara d'esordio contro il Wellington.




Dall’altra parte del mondo: si sente davvero così?
"Sì, te lo fanno capire il viaggio e il fuso orario. Il calcio, però, accorcia le distanze: anche qui mi fermano per la strada per foto e autografi, non solo gli italiani ma anche gli asiatici o gli europei. C’è gente che quando mi incrocia mi dice grazie e non so perché".

Possiamo dare contorni meglio definiti al progetto che le ha fatto accettare l’offerta del Sydney?
"Le prime iniziative sono ancora a livello embrionale. Il calcio qui ha grandi potenzialità, ci sono molti appassionati: cittadini di origine italiana, greca, croata, oltre agli australiani. Ci occuperemo dei giovani, della charity, della A-League in generale".

Quante volte è stato al Teatro Regio di Torino e quante pensa di andare all’Opera House?
"All’Opera House ci sono già stato, ma solo... da fuori. Al Regio più di una volta. Ho l’impressione che in questa città riuscirò a fare qualche passeggiata serena".

Della popolarità saprebbe fare a meno? O è proprio quello che vuole evitare?
"Non voglio evitarla, fa parte del lavoro ed è una gratificazione. Sono felice di aver trovato una situazione in cui sembra che io possa scegliere, che possa avere sia la popolarità sia la tranquillità".

E’ probabile che il suo primo gol in Australia venga visto in tutto il mondo, proprio per il suo ruolo di ambasciatore del calcio. Sensazioni?
"E’ molto intrigante. Mi fa davvero piacere essere seguito in modo così particolare anche qui. Ci sono studenti cinesi che vengono all’allenamento, tifosi asiatici che mi hanno anticipato il loro arrivo. Una ragazza siciliana aveva il sogno di vedermi giocare a Torino, non ce l’ha fatta e su twitter mi ha avvisato del suo prossimo viaggio qui. Sto abbracciando il mondo: una sensazione stupenda".

Come l’ha detto a Sonia?
"Passo dopo passo: la aggiornavo sempre. Lei mi ha sempre detto: "Scegli e noi veniamo". So che per Sonia questo è un periodo impegnativo".

E quando suo fratello ha detto a lei che c’era l’offerta del Sydney?
"Non gli ho risposto, l’ho solo guardato".

In questi due anni studierà cosa fare da grande?
"Vivo il presente in modo totale, ma facendolo adesso allargo l’orizzonte per il futuro".

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Del Piero a terra. Nonostante la sua presenza in campo il Sydney ha perso la prima di campionato.



C’è chi pensa che Sydney sia quasi un ripiego.
"Si può dire tutto, ma non me ne preoccupo. Ho avuto ampia possibilità di scelta: America, Brasile, Thailandia, Qatar, Spagna, Inghilterra, Cina, Giappone. Ma non ero in cerca dell’offerta economica più allettante. E sul campo ho vinto tutto: non mi serviva giocare un’altra volta la Champions".

Perché ha detto no al Liverpool?
"La trattativa con il Sydney era avanzata e poi ho pensato a quello che era successo all’Heysel. Juve e Liverpool hanno saputo ricomporre i rapporti, ma per molta gente quella tragedia è un ricordo indelebile".

Lei ha delle preoccupazioni?
"Certo. E sono nate nel momento stesso in cui ho deciso di venire qui. Io non ero abituato a cambiare e l’Australia non è a un’ora di volo dall’Italia. Ho iniziato l’avventura con un misto di eccitazione e paura".

Il giocatore Del Piero è nato tre volte: nel 1994 (l’esplosione), nel 1999 (il ritorno dopo l’infortunio), nel 2006 (Calciopoli). Questa è la quarta vita di Del Piero o il giro di boa di Alessandro?
"E’ la quarta vita di Del Piero perché sono qui da calciatore. Per vivere e vedere il calcio in un contesto diverso. Però è di sicuro una nuova vita per Alessandro. E per Sonia, Tobias, Dorotea e Sasha".

Quante volte non ha mandato al diavolo qualcuno perché "Del Piero si comporta bene, Del Piero è un esempio"?
"E’ successo che mi sia frenato. Se hai un ruolo, devi comportarti bene. Ho sempre avuto questo senso di responsabilità. Poi qualche "vaffa" l’ho fatto volare anch’io: ma a quattr’occhi, non platealmente".

Si aspettava un livello tecnico più alto nella A-League?
"E’ presto per dirlo. Nella prima giornata hanno perso le squadre che hanno cercato di costruire, come il Sydney, e hanno vinto quelle che hanno corso di più. Qui, comunque, c’è molto equilibrio grazie al salary cap: tutti possono vincere con tutti".

Il Sydney si salverebbe in A?
"Non lo so, davvero. E’ difficile fare un paragone, qui è tutto diverso: la vita, l’ambiente, le trasferte (per andare a Perth ci sono cinque ore di aereo: non le fai nemmeno in Champions), i campi".

Com’è andato il rito di iniziazione nello spogliatoio?
"A Wellington, alla vigilia del debutto, ho dovuto cantare davanti ai compagni. Ho scelto "Nel blu dipinto di blu", anche perché i giocatori del Sydney vengono soprannominati Sky Blues. E poi ho chiesto l’accompagnamento di tutta la squadra. Io cantavo "Volare" e loro "oh, oh". Se avrò il coraggio metterò il video su internet, sempre che prima non lo faccia qualche mio compagno...".

Come va con l’inglese?
"Vorrei esprimermi meglio. La prossima settimana comincio le lezioni. Finora mi sono dovuto occupare della casa, degli allenamenti e di altro".

La prima cosa che ha imparato di Sydney?
"I ritmi rilassati e la disponibilità delle persone che sono più sorridenti e felici. La disoccupazione è sotto il 4% e questo conta".

Si sente più libero rispetto agli ultimi anni di Juve?
"Assolutamente sì".

Lei ha dato sempre l’impressione di controllare e quasi prevedere ogni cosa: la festa dell’addio che le hanno fatto i tifosi durante Juve-Atalanta, però, la sorprese. Vero?
"Quel giorno i tifosi sono andati oltre. Pensi che me ne hanno parlato anche i miei nuovi compagni del Sydney che videro le immagini in tv. Buffon mi disse "Ti invidio". Io lo sapevo di essere amato, ma così, beh...".

Torniamo a quel momento, non ne ha mai parlato.
"Nessuno mi aveva detto che non avrei più giocato nella Juve, ma lo avevo capito. Vedo il tabellone con il mio numero e mi chiedo: "Ma davvero devo salutare? Davvero esco per l’ultima volta dallo stadio?". Mi inchino verso le quattro tribune, saluto i miei familiari nel palco ed esco. Avrei voluto soffermarmi di più, ma ricorda cosa le ho detto a proposito del senso di responsabilità e del dovere? Ecco. Mi sono detto "Ale, vai in panchina e basta"".

Però poi è successo qualcosa.
"E’ successo che i tifosi mi hanno trascinato in campo. Ho fatto due giri, mi avranno lanciato cento sciarpe, ogni tanto mi fermavo per godermi il momento. Vedevo la gente piangere. Una festa straordinaria perché spontanea".

A mente fredda: non è stato meglio chiudere così, con lo scudetto e la festa?
"La controprova non c’è. Di sicuro è andata benissimo. Ma gli addii lasciano sempre l’amaro in bocca".

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La tipica 'linguaccia' di Del Piero dopo un gol ai tempi della Juventus.



Pensava che con la Juve sarebbe finita in questo modo?
"No. Un anno e mezzo fa non l’avrei mai detto. Poi le cose cambiano. Mi resta la grandissima soddisfazione di aver dato alla Juve tutto quello che potevo".

Sorpreso, deluso o indifferente per il silenzio di Andrea Agnelli?
"Indifferente".

Lei avrebbe invitato Del Piero alla prima partita di questo campionato?
"Sì, l’avrei invitato".

Cosa ha pensato nello scoprire che la Juve non la voleva più e invece la volevano le due grandi rivali di cui lei non dirà mai il nome, che noi non citeremo, ma che hanno la Madonnina sullo sfondo?
"Dico solo grazie a tutte le squadre che mi hanno cercato per non essersi fermati davanti all’età o al fatto che fossi il giocatore simbolo della Juve. Grazie per l’interessamento e per l’affetto".

Intanto la 10 della Juve è rimasta libera. Contrappasso?
"La 10 è la maglia più significativa, più sognata, più ambita, più pesante. La più bella. Però non so perché alla Juve sia libera".

Sugli spalti dello Stadium si vede anche la 10 del Sydney.
"Mi hanno mandato la foto alcuni amici. Bello, bello".

Ale, quanto ha pagato quel videomessaggio? Lo rifarebbe?
"Certo che lo rifarei. La domanda giusta sarebbe: "Perché fece quel videomessaggio?". E la risposta è semplice: c’erano troppe voci intorno al mio contratto. Ci tenevo a chiarire che non facevo problemi di soldi né di durata. Io volevo solo restare alla Juve".



 
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CAT_IMG Posted on 15/10/2012, 00:09
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Sonia racconta il suo Del Piero
"Ale balla meglio di Boateng"


Milano, 14 ottobre 2012
La moglie: "Dovreste vederlo nel Moonwalk o quando imita Pizzul. E coi bambini è un papà giocherellone. Sydney lo sta facendo rilassare"



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Tobias ha l’espressione furba e l’allegria stampata sul tenero volto da bimbo di quasi cinque anni. Vede il pianoforte incustodito e, mentre mamma e papà restano seduti al tavolino del bar, comincia a suonare invitandoli poi all’applauso con un inchino meravigliosamente buffo. Mamma Sonia ha lo sguardo delicato ma vigile: segue da lontano il figlio, si vede che è abituata a tenere tutto sotto controllo. Alessandro Del Piero, padre di Tobias (oltre che di Dorotea e Sasha) e marito di Sonia, osserva compiaciuto la scena.

Sonia, qual è stato il suo primo pensiero quando ha sentito parlare di Sydney?
"Non ho avuto paura perché la mia testa era già predisposta a un cambiamento. Vicino o lontano, a quel punto cambiava poco".

Cosa sapeva di Sydney?
"Poco. Sto scoprendo una città bellissima".

È stato difficile fare le valigie?
"No. Ho preso l’essenziale per me e tutto per i bambini. Ale è partito con più valigie, perché aveva bisogno di tutte le sue scarpe e le sue cose. E a lui non piace fare shopping".

Le prime preoccupazioni da mamma?
"Nessuna in particolare: Tobias, Dorotea e Sasha sono così piccoli che si adattano senza problemi. Per adesso la vivono come una vacanza: il mare, lo zoo, l’acquario".

Lei non si era mai staccata da Torino: come vive la lontananza?
"Senza grossi problemi. Chatto con le mie amiche grazie a WhatsApp. Tutte le sere dal negozio mi arriva il report della giornata. Da qui ho organizzato un evento con catering che si è tenuto il 12 ottobre sempre in negozio. E a Sydney mi sono ambientata bene: ho già imparato a guidare a sinistra".

Avete trovato l’asilo per i bimbi?
"Non ancora. Ci andranno Tobias e Dorotea, ma non Sasha perché sotto i tre anni qui non prendono i bambini".

C’è una parte di Ale che è rimasta segreta in questi anni?
"Credo che sia emersa poco la sua ironia. Alessandro è bravissimo come imitatore (soprattutto di Bruno Pizzul e altri personaggi del mondo del calcio) e ballerino. Fa il moonwalk benissimo".

Meglio di Boateng?
"Eh...". (Qui interviene Ale: "È strano che non sia mai circolata questa voce. A tutte le feste scudetto sono stato il re della pedana").

Qual è la volta che ha visto Ale più felice?
"Quando segna, quando vince. Io dico sempre che vengo dopo il calcio, i figli e il golf". (Nuovo intervento di Ale: "No, dai: vieni prima del golf". Risate).

Quanto conta la famiglia nel successo di Ale?
Stavolta Del Piero anticipa la moglie: "Tantissimo. La casa per me è un rifugio". Sonia racconta: "È un papà giocherellone, quando arriva a casa io non esisto più per i bimbi".

Si è abituata alla popolarità di suo marito, che spesso genera eccessi in chi lo segue?
"Non ci si abitua mai. In questi anni ho sviluppato un sesto senso che mi consente di analizzare le situazioni e capire in fretta se ci sono dei pericoli. Poi vedo storie incredibili. Un mese fa eravamo a Eurodisney. Un italiano che lavora lì ci dice che suo fratello a Perugia ha la camera piena di poster di Ale e glielo passa al telefono. Questo ragazzo si informa sul nostro soggiorno e Ale gli spiega che la mattina dopo saremmo ripartiti. E lui: "Arrivo". L’ha fatto davvero: è partito da Perugia, ha viaggiato di notte ed è arrivato in tempo per scattare una foto con Ale".

Sydney cambierà qualcosa?
"Non credo, però Ale mi sembra diverso. Lui conta fino a mille prima di parlare, ma l’ambiente di Sydney lo sta facendo rilassare. E ne sono felice".

dal nostro inviato
G.B.Olivero
 
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CAT_IMG Posted on 25/12/2012, 23:12
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Del Piero: «Con la Juve un 2012 indimenticabile»



L'ex capitano bianconero: «È stato straordinario, indimenticabile. L’anno del grande ritorno alla vittoria con la Juventus, dell’addio e del cambiamento. Non dimenticherò mai quello che mi è accaduto in questo anno magico, non finirò mai di ringraziare tutti i tifosi della Juventus per quello che mi hanno regalato, per avermi fatto vivere forse l’emozione più grande della mia carriera, che non pensavo sarebbe stata fuori dal campo e non in campo, quel 13 maggio»

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Alex Del Piero fa gli auguri au suoi fans in Italia e nel mondo attraverso una lunga lettera pubblicata sul suo sito ufficiale, in cui traccia un bilancio del 2012 che sta per finire. Ovviamente non poteva mancare l'ultimo scudetto vinto con la sua Juve.

LA LETTERA DI DEL PIERO


È arrivato, finalmente! Prima di scambiarci gli auguri, alcuni appunti sparsi raccolti in questi giorni, aspettando il Natale…

Natale in Australia… Eh sì, il mio primo Natale down under. E dunque un Natale strano, al caldo. A dire il vero mi è capitato anche altre volte, in vacanza, di trascorrere il Natale sopra i trenta gradi, ma mai di passare tutto il periodo che precede le Feste in un posto così, con la gente in spiaggia e l’albero di Natale a due passi, con i passanti in pantaloncini corti di fronte alle vetrine addobbate. E’ una sensazione strana ma anche qui l'atmosfera natalizia che si crea è altrettanto magica.

La sensazione che avverto più forte in questi giorni, e che mi fa stare bene, mi riporta all’idea di famiglia, che in fondo è un sogno realizzato. Secondo me a Natale questo concetto assume un significato ancora più forte. Anche adesso che sono qui a Sydney, lontano da casa, da Torino e dall’Italia. Le tradizioni e i ricordi ti portano indietro nel tempo e la voglia di farsi gli auguri, di condividere anche solo pochi istanti con le persone a cui si vuole bene, è forte e annulla le distanze. E poi, viva le web-cam!

Anche se c’è ancora tempo per fare i bilanci, di solito questo è il periodo in cui ci si volta indietro per rivedere quanto fatto nell’anno, per fermarsi qualche istante a pensare, prima di tuffarsi nell’anno nuovo. Il mio 2012 è stato straordinario, indimenticabile. L’anno del grande ritorno alla vittoria con la Juventus, dell’addio e del cambiamento. Non dimenticherò mai quello che mi è accaduto in questo anno magico, non finirò mai di ringraziare tutti i tifosi della Juventus per quello che mi hanno regalato, per avermi fatto vivere forse l’emozione più grande della mia carriera, che non pensavo sarebbe stata fuori dal campo e non in campo, quel 13 maggio. Grazie ancora a tutti, grazie per essermi stati vicini e per continuare a esserlo, anche a migliaia di chilometri di distanza. Non vi ho mai dimenticati e non vi dimenticherò mai. Grazie ai miei tifosi di sempre, ai miei nuovi tifosi del Sydney, ai quali prometto il massimo impegno per tirarci fuori da una situazione difficile: lo faremo con grinta ed entusiasmo. E grazie anche a chi mio tifoso non è ma continua a dimostrarmi la sua stima e il suo rispetto.
 
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dany21
CAT_IMG Posted on 2/7/2014, 17:30




bentornata a casa campione :D
 
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15 replies since 26/2/2012, 19:09   3492 views
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